Intel e AMD, attenti alle sette sorelle

 Intel e AMD, attenzione arriva un nuovo concorrente.

In arrivo la santa alleanza per contrastare il dominio di Intel e Amd nel campo dei microprocessori.

In effetti, la notizia è abbastanza interessante: sette produttori giapponesi di dispositivi elettronici hanno deciso di stringere un accordo commerciale e tecnologico.

Si tratta di un progetto di un nuovo processori che, nelle intenzioni, vuole essere una valida alternativa al modello di sviluppo di Intel e AMD.

Probabilmente, il nuovo pericolo per le major arriva proprio dall’Asia.

Il nuovo processore, stando a indiscrezioni, dovrebbe essere disponibile dal 2012 e sarà proposto, inizialmente, nei dispositivi elettronici di consumo.

Probabilmente anche ARM dovrà preoccuparsi di questa nuova proposta (?).

Chi sta dietro a questa iniziativa? Sono sette società giapponesi che controllano grosse quote di mercato nei settori più disparati. Si tratta di Canon, Funjitsu, Hitachi, NEC, Panasonic, Renesas e Toshiba.

La fonte di questa notizia è Nikkei Business News che ha citato vari media senza precisare la fonte.

Il progetto tecnologico ruota attorno a Hironori Kasahara, docente di informatica alla Waseda University, che ha un’ottima esperienza nel settore. Kasahara ha sviluppato, tra l’altro, anche un software che controlla il consumo dei microprocessori in base al carico di lavoro e la quantità di dati che deve elaborare.

Risulta del tutto evidente che il processore non sarà del tutto compatibile con la serie x86, anche se con tutta probabilità sarà mantenuta la compatibilità verso il basso. Questo probabilmente è il vero limite del processore nella concorrenza con la famiglia Intel o AMD.

Non garantire una totale compatibilità comporterebbe una divisione del mercato; infatti, un processore del genere potrebbe rivolgersi verso le applicazioni di tipo HDTV, Blue-ray o per le applicazioni elettroniche di consumo proprietarie. Per questo, probabilmente, è possibile affermare che, in realtà, il processore non rappresenterebbe una reale minaccia verso i prodotti Intel o AMD. Se si confermerebbe questa tendenza possiamo però pensare che l’obiettivo delle sette sorelle giapponesi è quello di proporre il nuovo processore come prodotto ad ampio spettro, strategia già recepita dalle due società americane.

Il progetto è supportato dal governo giapponese che ha apportato un forte capitale iniziale, tra i 32 e i 43 milioni di dollari.

Questo è un buon esempio da imitare: una forte alleanza tra produttori, risorse pubbliche e mondo universitario.

Il progetto rappresenta la naturale evoluzione dell’alleanza, stipulata nel 2000, tra Toshiba, Sony e IBM nota come STI. L’idea della STI era proprio quella di realizzare un processore in grado di competere con le maggiori società di riferimento.

In realtà, il progetto arenò e il processore fu solo utilizzato nei dispositivi di consumo delle case giapponesi.